Il Convento
Di tale complesso, l’unico edificio superstite, oltre al recinto murario dell’hortus conclusus, è la ex chiesa conventuale, sconsacrata con editto Napoleonico. Si presenta con una navata centrale a cui si affiancano due file di cappelle laterali, tra di loro collegate da stretti varchi. All’interno, la navata è coperta da una volta a botte suddivisa in quattro campate, interamente coperte da affreschi, che costituivano originariamente un ciclo unitario con tutte le altre opere conservate nel tempio e nelle distrutte nove cappelle esterne, incentrato prevalentemente sulla Passione di Cristo. I dipinti del soffitto, di autore ignoto, raffigurano quattro Angeli tubicini recanti i simboli della Passione.
Navata e abside sono separate da un muro e messe in comunicazione mediante un’imponente apertura a sviluppo verticale e altre 4 piccole forature, probabili testimonianze dell’antico apparato decorativo originario. La facciata, interamente intonacata, è suddivisa orizzontalmente in due parti. Il portale d’ingresso è sormontato da una nicchia rettangolare e affiancato da due finestre. Sul retro si innalza il campanile, suddiviso in tre parti da fasce marcapiano e delimitato da lesene agli spigoli; in sommità, oltre la cella campanaria aperta sui quattro lati con altrettante finestre ad arco a tutto sesto, si eleva il tetto piramidale, disegnato dal Malosso.
La controfacciata è coperta con l’affresco raffigurante la Vergine col Bambino incoronata dagli Angeli e santa in adorazione, alcuni studiosi presumono che il dipinto, così come quelli sulle volte, siano attribuibili a Cesare Baglioni. Il coro absidato, privo di decorazioni, era in origine ornato con l’affresco di Bartolomeo Schedoni rappresentante la Madonna col Bambino e i santi Giuseppe, Francesco, Chiara e Giovanni Battista fanciullo, staccato nel 1805 e oggi conservato nella vicina rocca Sanvitale di Fontanellato. Ai lati dell’altare maggiore, oggi scomparso, sono distinguibili le nicchie che contenevano due tele dello Schedoni, raffiguranti la Deposizione e le Tre Marie al Sepolcro, oggi esposte nella Galleria Nazionale di Parma, insieme all’Ultima Cena che decorava il refettorio del convento.
La decorazione pittorica presenta affreschi e decorazioni risalenti al secolo XVII, in parte restaurati nei primi anni 2000. Tale lavoro di restauro va completato nella parte delle cappelle laterali, anche per rendere omogenea l’intera riqualificazione.
Attualmente l’ex chiesa è aperta al pubblico solo nelle occasioni di utilizzo specifico, quali convegni od eventi. L’intento di riqualificazione va nella direzione di rendere il bene utilizzabile in modo continuativo e stabile per mostre, convegni e per tutti gli eventi dell’area territoriale del comune di Fontevivo.
Percorsi Turistici
1. Fontevivo Rinascimento, le due Abbazie.
Nell' itinerario è in programma un viaggio nel passato in cui si illustreranno tutte le sorprese storiche e gli aneddoti che hanno caratterizzato l' antica Abbazia e il prestigioso Convento dei Cappuccini.
Si ripercorreranno le vicende del Duca Ranuccio I Farnese attraverso le meravigliose doppie pitture in chiave simbolica realizzate dai noti artisti dell’epoca quali Bartolomeo Schedoni e Cesare Baglioni.
2. Fontevivo Monumentale
Nel secondo percorso, oltre all’Abbazia di San Bernardo, è in programma la visita all'interno del raffinato Chiostro in cui si vedrà: la Sala del Duca, il teatro e il museo Gigi Stok dove sono esposte più di una settantina di rinomate fisarmoniche appartenute a fisarmonicisti e compositori di tutto il mondo.