L’Abbazia
Entra in un luogo magico, dove il tempo si è fermato e dove i monaci custodiscono gelosamente, da quasi mille anni, la loro casa.
I 12 monaci giunsero in questa terra il 5 maggio del 1142. Allora era una zona incolta e paludosa, ricca di numerose fonti sorgive e ci volle molto lavoro per risanarla e creare terreni fertili che fossero adatti alla coltivazione e all’allevamento di bovini.
Con fatica, pazienza, fede e il supporto economico dei Pallavicino, i religiosi fecero un vero miracolo, bonificando tutto il territorio e costruendo l’abbazia cistercense “de Vivofonte”, filiazione diretta di Chiaravalle della Colomba.
Dopo la crisi dell’Ordine dei Clairvaux, il monastero passò nel 1546 ai Benedettini e successivamente fu acquistato da Ranuccio I Farnese che lo consegnò ai frati Cappuccini. Fu allora che nacquero il nuovo convento e la nuova chiesa.
Sede del Collegio dei Nobili di Parma dal XVIII secolo, la struttura subì alcune modifiche e acquisì i caratteri che ancora oggi la contraddistinguono.
La chiesa si presenta con un’austera facciata romanica il cui rosone in marmo, ogni 15 d’agosto, convoglia i raggi solari verso l’altare, illuminando il centro del transetto.
L’interno si presenta a tre navate, con volte a crociera e costoni che poggiano su capitelli in pietra.
Nella navata destra osserviamo la Madonna con Bambino di Benedetto Antelami, mentre nel braccio sinistro del transetto è ubicato il mausoleo del duca Ferdinando di Borbone.
Questo disegno di Loreno Confortini mostra come doveva apparire l'Abbazia e il monastero Cistercense nei primi decenni del XIX secolo, ovvero, dopo le ristrutturazioni e i nuovi ampliamenti eseguiti in questo luogo per il trasferimento del Collegio dei Nobili di Parma, detto anche di Santa Caterina.